giovedì 12 novembre 2009

Motörhead - 16/07/09 - Fortezza da Basso, Firenze

Quando lessi la notizia che i Motörhead avrebbero fatto un concerto a Firenze, sono rimasto per dieci minuti a sbavare come Homer Simpson di fronte ad una ciambella.
Una delle mie band preferite, che suona quasi vicino casa mia!! Assolutamente imperdibile! Infatti, giorno in cui iniziavano le vendite di biglietti su Ticketone, mi sono presentato nel mio negozio musicale di fiducia e all'ora X più un secondo, chiedo subito il biglietto per il concerto. Avevo paura che potesse succedere come con gli AC/DC, che i biglietti nel giro di un'ora andarono esauriti. Aspetto con ansia che arrivi luglio, e il giorno del concerto, io ed altri compagni di merende metallose ci rechiamo presso la Fortezza da Basso, già dalle prime ore del pomeriggio. A Firenze, si sa, il caldo si fa sentire forse più che in ogni altra città italiana e quando troviamo una zona con un idrante incustodito, per noi è più che una manna dal cielo. Quando i portoni si aprono, è già pomeriggio inoltrato e tutti entriamo a corsa ma prima abbiamo delle difficoltà a capire dove diavolo si trovi il palco! Una volta trovato, mi piazzo subito tra le prime file, cercando di rimanerci il più possibile. Ad aprire le danze sono le Merendine Atomiche di Padova, che sfoggiano un sound molto in stile Pantera. Nella loro breve scaletta, danno molto spazio al loro ultimo, non male in verità, album da cui vengono estratte Helmet, Rude Rebel Brotherhood, e The Rise Of The Lion e Hope, oltre a vecchi pezzi come In The Cage e Roads And Beers. Nel complesso, un gruppo molto piacevole da ascoltare e il pubblico gradisce il lancio di merendine e brioche da parte della band. La seconda band di apertura è una delle più conosciute e apprezzate di tutto il metal italiano. In più di vent'anni di carriera si sono guadagnati rispetto ed ammirazione. Ed infatti l'accoglienza per gli Extrema è trionfale. GL Perotti sfoggia un cranio rasato stile Phil Anselmo e sin da subito gli Extrema ricordano ai presenti quanto sono grandi. Le prime canzoni, ovvero Anymore, Selfishness e Fall Down sono tutte del nuovo album Pound For Pound, e si fanno più che apprezzare. Il resto della scaletta sono vecchi classici come Six, Six, Six Is Like Sex, Sex, Sex, New World Desorder, Second Coming, Money Talks, e The Bad Itself e This Toy che il pubblico approva con grande foga. Per ovvie ragioni, la band non suona, a differenza di come fa praticamente ad ogni concerto, la sua cover di Ace Of Spades. Il sole è ormai quasi calato e le energie per pogare risaltano fuori prepotentemente. Accanto a me ci sono due punkettoni invasati che saltano a destra e a manca che evito accuratamente, in quanto magri e dunque con i gomiti spigolosi che possono fare parecchio male. Dopo aver difeso duramente la mia postazione, mi prendo un po' di fiato e rimango, come tutti in trepidante attesa. Passa un po' di tempo e finalmente arrivano i Motörhead! La figura imponente del leggendario (e questa volta l'aggettivo non è usato a caso) Lemmy Kilmister entra sul palco e la folla perde il controllo. Subito Lemmy pronuncia la frase di rito che apre ogni loro concerto: "We're Motörhead! And We're Play Rock 'n' Roll!". Appena partono le note di Iron Fist si scatena un convulso delirio. Il suono è grezzo e duro come deve essere e il vocione ultradevastato di Lemmy riecheggia per tutta la Fortezza. Ancora non riesco a credere che li sto vedendo dal vivo... ma la folla che mi spintona ovunque mi risveglia dalla mia estasi mistica e anche io ci do dentro. Grande apprezzamento anche per la successiva Stay Clean. Poi, dopo Be My Baby è la volta del pezzo più famoso tratto dall'ultimo, eccezionale album Mötorizer (non ha caso l'avevo scelto come album del mese di settembre 2008 nella mia rubrica Metal Detector), ovvero Rock Out. Due minuti scarsi di potenza ed energia incredibili e il pubblico va in visibilio ancora di più, tanto che mi è difficile respirare. Ci si calma un momento con Metropolis, prima di un'altro massacro con Over The Top. Ad altre due tirate come One Night Stand e I Got Mine segue un bell'assolo del chitarrista Phil Campbell, davvero in forma, come a voler ricordare di essere uno dei chitarristi forse meno considerati tra i migliori di tutto l'heavy metal. Dall'ultimo album viene suonato un'altro grande pezzo come The Thousand Names Of God. A riportarci al passato della band è un'inaspettata Another Perfect Day. Nel pezzo successivo In The Name Of Tragedy è invece Mikkey Dee ha suonare uno splendido assolo, con la sua batteria massacrata senza pietà. Qualcuno dei presenti grida:"Cazzo è come un polipo!" Ed hanno ragione. E dopo Just 'Cause You Got The Power un altro pezzo molto apprezzato dal pubblico: Going To Brazil. A Killed By Death segue un capolavoro assoluto dell'heavy metal e una delle mie canzoni preferite dei Motörhead, ovvero la mitica Bomber. Poi per un attimo si abbandona l'heavy metal e si entra nel puro blues: Lemmy canta la cover di Whorehouse Blues suonando anche l'armonica con anche Mikkey che suona la chitarra acustica accompagnato giusto dal charleston. E dopo lo sfoggio dell'anima blues di Lemmy, è il momento di una delle canzoni più famose di tutta la storia del rock e tutti, dico tutti, i presenti si sono messi a pogare incessantemente di fronte all'immortale Ace Of Spades. Indimenticabile. Come indimenticabile è stato il gran finale: parte l'inconfondibile intro di batteria della cattivissima Overkill e anche qui è un macello totale. Grandi, grandissimi, inossidabili come l'acciaio. Spero che tornino presto in Italia... devo rivederli. Mi spiace per chi non c'è stato.

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