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giovedì 2 aprile 2009

Anche con l'arrivo della primavera, l'inarrestabile scia di dischi metallari di grande qualità continua senza un attimo di sonnolenza o stanchezza! E spero che continui molto molto a lungo... infatti anche questo mese uso l'ex-aequo per il miglior album. Il primo è l'attesissimo quarto nuovo album Crack The Skye dei Mastodon. Si tratta di un disco estremamente variegato, che definirlo progressive metal, sarebbe alquanto riduttivo, dato che sono presenti elementi thrash, sludge e chi più ne ha più ne metta, riuniti in un ordine originale e che funziona. Non si tratta, come molti potrebbero pensare di questa band, di virtuosismi inutili, passaggi infiniti fatti in canzoni lunghissime solo per fare gli alternativi. Ci sono sette pezzi in questo album e tutti hanno qualcosa da dire e anche nei pezzi da tredici minuti, non ci si annoia mai. Ovviamente non si tratta di un disco facile da ascoltare, ma è uno di quelli da sentire più volte prima di comprenderne le sfumature. Però vi assicuro che ne vale assolutamente la pena. Ormai i Mastodon sono entrati di diritto nell'olimpo degli dei del metal moderno. L'altro disco invece è sicuramente più tradizionalista, ma ugualmente fantastico e, sorpresa sorpresa, è italiano! Ovvero Roll The Bone, secondo album dei toscani Bud Tribe, fondati da Daniele "Bud" Ancillotti (anche voce degli Strana Officina) e da suo fratello Sandro "Bid". Questi metallari toscanacci hanno tirato fuori (ad undici anni di distanza) un album di heavy metal classico verace e roccioso che contiene canzoni magnifiche ed ottime melodie che sembrano trasportare la mente dritta dritta negli anni '80 ai tempi d'oro del genere. Rustico e genuinamente poderoso. Da avere assolutamente.
Mi riempe di gioia poter ascoltare dischi metal italiani così belli (e vi assicuro non è un caso isolato, sono più di quanti si creda), perchè mi fanno dimenticare tutta la merda di "musica italiana" che invade il nostro mercato. Ovviamente non succederà mai che entrino in classifica in Italia band metal italiane, ma perlomeno ci vorrebbe un maggiore sostegno per persone che dedicano la loro vita a fare grande musica. Ma il metal, si sa, non sarà mai completamente accettato... e forse è per questo che chi scrive e, spero, anche chi legge ci è così appassionato... ok ora basta sentimentalismi e continuiamo con gli altri dischi ottimi di questo mese: in ambito di metal estremo questo mese ha visto il ritorno discografico, a sedici anni dall'ultimo lavoro, di una delle band storiche del technical death metal, i Pestilence col loro sulfureo quinto album Resurrection Macabre, poi abbiamo il secondo lavoro ufficiale degli svedesi grind-death metaller General Surgery col violentissimo Corpus In Extremis, mentre sul versante più alternative c'è da segnalare il nono album Above degli svizzeri Samael (che ho avuto recentemente modo di vedere live al Club Siddharta di Prato) che segna un forte ritorno della band al black metal dei loro primissimi album, pur con sfumature industrial. Chi è invece industrial metal puro sono i Dope con il loro quinto, dinamicissimo, album No Regrets. Ancora buone notizie poi per il progressive metal dato che l'ultimo lavoro American Soldier dei Queensrÿche è molto interessante. Un gradito ritorno sono poi i Great White col loro hard rock blues di cui è pieno il loro dodicesimo album Rising e una grande conferma delle potenzialità della nuova creatura dell'ex-Stratovarius Timo Tolkki, ovvero i Revolution Renaissance che, forti di una line-up ormai stabile, sono usciti con il convincente secondo album Age Of Aquarius.
E per chiudere, dalla nostra Italia, val la pena di ascoltare il terzo album Breath Your Soul dei milanesi Allhelluja, che hanno cambiato cantante, sostituendolo con due tra le voci più note del panorama metal italiano: GL Perotti degli Extrema (che presto torneranno con un nuovo album) e Trevor dei Sadist; poi il power metal dei White Skull con il loro ottavo, sorprendente, album Forever Fight e infine vi segnalo il disco d'esordio In The Deep Of Vortex dei piemontesi thrash metallari Brain Dead.
Ci vediamo a fine mese con le novità di aprile!

domenica 15 febbraio 2009

Samael + Keep Of Kalessin - 07/02/09- Club Siddharta, Prato

Da cosa si capisce che un concerto al Siddharta, è di quelli con band importanti a livello internazionale?
Dal fatto che appena fuori dal locale c'è un tour bus di quelli piuttosto grandi. Infatti arrivo sul posto e me lo trovo subito davanti. Mi fruscio le mani, pregustandomi la serata. In effetti non è solo la band principale che mi interessa. Peccato che non sono arrivato in tempo per vedere i Noctiferia, sarei stato curioso di sentire cosa facevano. Ma mi rincuoro sapendo chi sarebbe entrato di scena subito dopo. Sono norvegesi e sono sulle scene sin dal 1993, ma è con la formazione da una decina di anni a questa parte, che la band è riuscita a farsi notare (dato che i primi due album, almeno a mio parere, erano un semplice black metal ma non questo granché) e a creare due ottimi album che, insiema ad un altro che uscirò prossimamente, comporranno una trilogia di black metal con tematiche tipicamente epic metal. Signore e signori i Keep Of Kalessin! Iniziano subito bene con A New Empire's Birth, primo pezzo del loro ultimo fantastico album Kolossus uscito l'estate scorsa (e che io ho giudicato come migliore novità del mese, nel mio Metal Detector di giugno 2008). Si prosegue subito con altro pezzo magnifico come Crown Of The Kings (del precedente album del 2006 Armada). Oltre ad una tecnica magnifica, che mescola sapientemente black metal, tematiche epiche a schitarrate molto thrash metal e una grande potenza esecutiva, la band, contrariamente a quello che si può pensare di molti gruppi nordici, si dimostra molto disponibile ad intrattenere ed incitare il pubblico di un Siddharta già pieno. Così lo show prosegue spedito senza cali di energia con altri pezzi ottimi come Ascendant, Reclaim (da un EP del 2003), The Wealth Of Darkness e Winged Watcher. Mi dispiace quando escono di scena e rimango speranzoso di rivederli presto e di sentire altrettanto presto l'ultimo capitolo di un gran bella trilogia di album. Ma ora è il momento degli headliner. Sono una delle band più conosciute e amate dell'industrial metal. Che è uno di quei generi che ami o odi. O meglio, più nello specifico: una canzone industrial metal, secondo me, o ti esalta al massimo o ti annoia a morte. Non c'è mezze misure. Dalla svizzera, i Samael! Tra luci stroboscopiche un po' da discoteca continue e sonorità elettroniche da rave party, tipiche dell'industrial metal, la band mostra subito tutta la cattiveria e la dirompenza metallara, in particolare qua rappresentata da un oscuro, maligno e solenne black-gothic metal, ma che ben si amalgama con l'industrial. Grande attenzione viene data all'ormai penultimo album Solar Soul (dato che il nuovo lavoro Above, uscirà il prossimo 6 marzo), dal quale vengono suonate il pezzo omonimo, Slavocracy (fantastica) e Valkyrie's New Ride. Ma c'è anche grande spolvero di vecchi classici, alcuni come Into The Pentagram addirittura del primissimo album del 1991. I Ritmi precisi e potenti non solo della musica, ma anche dei movimenti sul palco dei componenti, in particolare del carismatico cantante-chitarrista Vorph, rendono impossibile lo stare fermi solo a guardare e scatenano l'headbanging. Tra gli altri classici, molti sicuramente mi sono sfuggiti dato che non conosco tutti gli album della band, sono stati eseguiti Black Trip, Reign Of Light, Rain, Baphomet's Throne, Celebration Of The Fourth, Ceremony Of Opposites, Rebellion e il gran finale con My Savior. Grandissimo è l'entusiasmo del pubblico durante tutto il concerto e alla fine se ne esce soddisfatto, consapevole di aver assistito ad un concerto di quelli davvero da ricordare. Grandi tutti quanti!
A presto con altre recensioni di concerti del Club Siddharta di Prato!
Ce ne saranno altri molto interessanti...