domenica 28 settembre 2008

Tracklist di domenica 28/09/08

Eccovi la tracklist di questa puntata su tutte le novità di settembre 2008:

-Twilight Of The Thunder God (Amon Amarh)
-Moronic Colossus (The Haunted)
-We Will Kill (Ross The Boss)
-Upon Fallen Autumn Lives (Haggard)
-Man Of The Hour (Falconer)
-Game They Call Love (Brother Firetribe)
-Fragile Dreams (Anathema)
-Reverend Wrinkle (Black Stone Cherry)
-Feedback, Blood And Distortion (Toxic Holocaust)
-All Nightmare Long (Metallica)
-Rock Out (Motörhead)
-The Company Of Sorroe (Metal Church)
-Behold The Wicked Child (Iced Earth)
-Kirisute Gomen (Trivium)
-I Exterminate The I (Burst)
-You Know Who You Are (Planethard)
-Lakedaimon (Holy Martyr)
-Pyramids Of Skulls (Dark Quarterer)



venerdì 26 settembre 2008

Impressioni metallare di settembre

Quali sono le più belle novità musicali di questo già freddo mese di settembre del 2008? Alcune sono già raffigurate nell'immagine qui sopra. Per ascoltarle e scoprire quali sono le altre (e vi assicuro sono tante), beh dovete semplicemente andare questa domenica 28 settembre su http://www.radiogas.it/, dalle ore 19:00 alle ore 21:00, e seguire NonsoloMetal Show. Tra vecchie glorie che non hanno assolutamente voglia di andare in pensione e giovani leve che hanno ancora tutto da dimostrare, ci sarà da scapocciare parecchio!
Da non perdere per nessuna ragione!

domenica 21 settembre 2008

Tracklist di domenica 21/09/08

Ritorna lo speciale sul grunge! Ecco la tracklist di questa puntata:

Mudhoney

-Touch Me I'm Sick
-Sweet Young Thing Ain't Sweet
-Hate The Police
-Burn It Clean
-You Got It (Keep It Outta My Face)
-No One Has
-In 'N' Out Of Grace
-Need
-This Gift
-Flat Out Fucked
-Come To Mind
-Let It Slide
-Thorn
-Into The Drink
-Shoot The Moon
-Fuzzgun '91
-No End In Sight
-Suck You Dry
-Thirteenth Floor Opening
-I'm Spun
-Judgement, Rage, Retribution And Thyme
-Generation Spokesmodel
-Into Yer Shtik
-Dissolve
-A Thousand Forms Of Mind
-This Is The Life
-Night Of The Hunted
-The Straight Life
-Where Is The Future
-I'm Now
-The Lucky Ones



sabato 20 settembre 2008

Speciale Grunge 3°parte: Mudhoney

Con la nuova stagione di NonsoloMetal Show, ricomincia anche il mio speciale sul genere Grunge. Questa domenica 21 settembre (sempre su http://www.radiogas.it/ dalle ore 19:00 alle ore 21:00), sarà il turno della band che ha praticamente inventato il grunge per come lo conosciamo oggi: i Mudhoney. Vi farò sentire (come sempre faccio per le puntate speciali) il meglio di tutta la loro carriera musicale, partendo dal 1988, anno di fondazione della band, con i primissimi, fondamentali, pezzi prodotti dalla Sub Pop e poi rimessi insieme in un'unica raccolta chiamata Superfuzz Bigmuff Plus Early Singles, fino ad arrivare all'ultimo album The Lucky Ones uscito pochi mesi fa. Per chi vuole riscoprire una delle band più importanti e, forse, più dimenticate di questo genere, è assolutamente da non perdere!

martedì 16 settembre 2008

Alcune brutte notizie....

Jani Lane, storico vocalist dei Warrant, gruppo hair metal che negli anni '80 e '90 spopolò con album come Dirty Rotten Filthy Stinking Rich, Cherry Pie e Dog Eat Dog, non fa più parte della band che si era riunita quest'anno nella line-up originale per una serie di concerti e, pare, per un imminente nuovo album. A sostituire Lane, è arrivato Robert Mason ex-cantante dei Lynch Mob. Non si sa ancora cosa Lane abbia in mente di fare. Ancora mi è rimasta impressa la sua apparizione durante lo speciale di "Heavy-The Story of Metal", nel quale diceva (visibilmente amareggiato) che si sarebbe sparato per aver scritto la canzone Cherry Pie, che gli ha dato sì il successo, ma che lo ha imprigionato in un etichetta. Vedremo cosa tirerà fuori...

Dopo l'abbandono del cantante-chitarrista Tom Gabriel Fischer, alla fine anche il resto dei componenti della band Celtic Frost, ha deciso di sciogliere definitivamente il gruppo, sulle scene da quasi 25 anni. Da parte sua Fischer ha subito parlato di una nuova band chiamata Triptykon. Staremo a sentire...

I 3 giorni del Gods Of Metal 2008 - Arena Parco Nord, Bologna


Prima di cominciare a parlare di questa incredibile 3 giorni, mi scuso coi lettori per il ritardo con cui l'ho messa su questo blog. Molte ragioni (più che altro tecnico-computeristiche) mi hanno fatto ritardare. Ma per chi c'è stato come me, è anche una bella occasione per rievocare bei ricordi, soprattutto in vista della fine di quest'estate

Venerdì 27 Giugno: Dopo aver sistemata tutta la roba da viaggio, mi reco subito verso l'Arena (fortunatamente non troppo lontana da dove alloggiavo) e appena entro mi dicono che aveva finito da poco Lauren Harris. Meglio così. Per chi non lo sapesse è la figlia del ben più noto Steve Harris bassista degli Iron Maiden, che stasera saranno gli headliner. Ma tu guarda caso....
Comunque mi rallegro subito, perchè so che subito dopo ci saranno uno dei gruppi nuovi più promettenti di tutto l'hard rock: ovvero gli Airbourne. Il loro stile, senza alcun pudore ripreso dai mitici AC/DC, è travolgente. Questi quattro rocker australiani (e di dove sennò?!?), nonostante l'ora di massima calura della giornata (sono all'incirca le tre del pomeriggio) riesce a mettere su uno show che infuoca di brutto gli animi del pubblico presente. Madidi di sudore e sgambettanti ovunque, snocciolano una ad una, tutte le canzoni del loro primo album Runnin' Wild. Gli episodi più convincenti sono senz'altro la title-track, Blackjack, Diamond In The Rough e Too Much, Too Young, Too Fast. Nel bel mezzo dell'esibizione inoltre, quel pazzo scatenato del cantante chiatarrista Joel O'Kneeffe, fratello del batterista Ryan (le somiglianze con gli AC/DC continuano...), prima prende l'idrante inondando d'acqua tutti noi (un bel gesto devo dire), poi non contento si arrampica sull'impalcatura del palco senza protezioni fino in cima, ad una ventina di metri d'altezza, continuando a suonare la chitarra. Uno show fantastico di grande rock'n'roll. Spero davvero che continuino così e che non facciano la fine dei Darkness.
La prima cosa a cui penso e a trovare dove dissetarmi, dato che la bottiglia d'acqua l'ho già finita e mi rendo conto che ci sono diverse cabine con acqua potabile dove non si deve fare troppa fila. Per tutti e tre i giorni ne usufruirò prima e dopo ogni concerto. Il tempo di rinfrescarmi dunque e mi piazzo di nuovo in mezzo alla calca. Sul palco ci sono degli sgabelli speciali, dato che la band che sta per salire è molto particolare: a parte il batterista, tutti i componenti suonano violoncelli. Si tratta della band finlandese Symphonic Metal Apocalyptica. Non li avevo mai ascoltati prima ed ero proprio curioso di sentire cosa avrebbero tirato fuori. Il symphonic metal non è esattamente il mio genere e forse dopo un pò può stuccare, ma non posso negare che questi cinque musicisti siano maledettamente bravi. Oltre alle cover di canzoni dei Metallica (il loro primo album del 1996 era tutto di cover loro) come Creeping Death, Fight Fire With Fire, Seek And Destroy e Nothing Else Matters, vengono suonati anche pezzi loro specialmente degli ultimi album e un inaspettata cover di Heroes di David Bowie ed anche Refuse/Resist dei Sepultura. Devo dire che i signori, nonostante gli strumenti piuttosto ingombranti, hanno saputo dare spettacolo con grande energia, senza aver niente da invidiare alle altre band metal. Insomma anche questo un gran bello show, senz'altro originale e ben condotto. Altrettanto non posso dire del gruppo successivo, gli australiani Rose Tattoo, che benchè abbiamo uno stile rude e diretto da band hard rock della vecchia scuola, non sono riusciti a coinvolgermi e li ho trovati piuttosto ripetitivi. Sono punti di vista. Decido di prendermi una pausa e di uscire fuori dall'arena per riposarmi un attimo. Tanto quelli che sarebbero venuti dopo, ovvero gli Avenged Sevenfold, con tutto il rispetto e la buona volontà, non mi piacciono per nulla. E direi che molti erano d'accordo con me, dato che quello che sentivo fuori dall'Arena erano solo fischi e invocazioni degli Iron Maiden. Ad un certo punto sento partire una cover di Walk dei Pantera, che però viene poi troncata a metà. L'ho visto come un estremo tentativo da parte loro di ingraziarsi un pubblico che per la maggior parte non li voleva. Quando rientro, a concerto finito, vengo a sapere che agli Avenged è stato lanciato di tutto. Una reazione alquanto esagerata. Era meglio uscire tutti dall'Arena a questo punto. Ma chi se ne frega, dato che la principale ragione per cui tutti eravamo lì stava per arrivare di lì a poco. Cerco di rimanere entro una buona metà dell'arena, ma purtroppo i miei sforzi si riveleranno inutili, in quanto di lì a poco si sarebbe scatenato un casino immenso. Infatti, dopo la consueta apertura con il Churchill's Speech, il tempo di vedere tutti i componenti degli Iron Maiden che entrano in scena (Bruce Dickinson ovviamente per ultimo) e suonare le prime note di Aces High, che intorno a me una marea di persone inizia a pogare. Una cosa incontenibile. Ovunque cercassi di guardare c'erano solo corpi sudati che si contorcevano. Non riuscivo più neanche a vedere il palco. Ben presto mi rendo conto che non sarei sopravvissuto alla seconda canzone. Raccolgo le poche forze rimaste e mi scaglio dietro verso la collinetta dell'arena. Almeno lì riesco a vedere tutto e in tranquillità. La scenografia del palco (che rimanda all'antico Egitto) è fantastica e, come è noto, ricalca quella usata per il tour dell'album Powerslave. E l'inizio della scaletta riguarda proprio quell'album. Infatti poi si prosegue con 2 Minutes To Midnight. Si volta pagina, ed anche sfondo del palco che cambierà a seconda dell'album da cui è presa la canzone, con Revelations. La band sembra in gran forma: Bruce Dickinson corre in sù e giù per il palco come un forsennato cantando a squarciagola senza affaticarsi troppo, nonostante abbia ormai cinquant'anni. A parte alcuni veloci cambi di vestito, indossa una roba stile militare a mio parere un pò tamarra, ma ci si può passare sopra. Tutti gli altri si danno da fare senza troppe sbavature, con grande energia e potenza. Dopo The Trooper e Wasted Years arriva una delle canzoni più attese: The Number Of The Beast. Un classico intramontabile che non può mancare ad ogni loro concerto. Ormai è abbastanza evidente che la scaletta sarà tutta incentrata sui gloriosi anni '80 e tutti ne siamo felici immensamente. Dopo Can I Play With Madness? inaspettatamente viene suonata, per tutti i suoi 13 minuti di durata, The Rime Of The Ancient Mariner. Davvero un momento indescrivibile non solo per la bellezza sonora ma anche per il colpo d'occhio visivo, tra fuochi d'artificio (che non saranno pochi anche in tutto il resto del concerto) e lo sfondo di una vecchia nave. Il tempo di tirare il fiato e parte Powerslave, seguita da Heaven Can Wait e Run To The Hills (che dimostrano ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che la voce di Bruce è ancora potente). Poi arriva un'altro momento immancabile: è il momento di Fear Of The Dark (unica concessione della serata ai pezzi usciti dopo gli anni '80). Anche qui il colpo d'occhio visivo è di grande suggestione e anche se ormai gli Iron Maiden si saranno forse stancati di suonarla, riescono ugualmente a dare grande spettacolo. C'è poi un grande ritorno al passato con Iron Maiden del primissimo album omonimo. Infine, dopo Moonchild e The Clairvoyant, il concerto si chiude con la stupenda Hallowed Be Thy Name. Un'arena, piena fino all'inverosimile di gente, comincia a sparpagliarsi a giro, felice di aver appena visto in concerto una delle band heavy metal più famose e amate al mondo.

Sabato 28 Giugno: Lasciate perdere, con un pò di dispiacere, le band della mattina per ovvie ragioni di stanchezza, mi reco all'arena che già stavano suonando i Dillinger Escape Plane (per la precisione Milk Lizard dell'ultimo album). Ma purtroppo, tempo dieci minuti se ne vanno dal palco. Non posso dire con precisione se il concerto sia stato bello, però da quel poco che ho visto mi sembra che siano andati piuttosto bene, con grande foga ed energia, nonostante il maledetto caldo afoso e il sole delle due del pomeriggio che picchia implacabile. Mi avvicino molto al palco, fino alle prime due-tre file ignaro di quello che mi sarebbe aspettato. Non conoscevo molte canzoni degli At The Gates. Sapevo solo che si erano recentemente riuniti per una serie di show estivi e che il cantante e fondatore Tomas Linberg lo avevo già apprezzato in altre band come i Disfear. Sin da subito hanno dimostrato di fare sul serio. Nonostante la temperatura da forno crematorio, la gente ha iniziato a fare casino come se non lo sentisse per niente, segno che il loro ritorno sulle scene era davvero molto atteso. Tra le canzoni riconosco solo Slaughter Of The Soul, Blinded By Fear e Kingdom Gone, e infatti preferisco concentrarmi sull'energia sprigionata dal quintetto svedese e a cercare (a fatica) di rimanere in piedi, dato che sono praticamente in cima e intorno nessuno ha la minima voglia di fermarsi. Insomma uno show fatto come si deve , benché non siano esattamente il mio genere. Stare davanti al palco di fronte a band che fanno infervorare così il pubblico è un esperienza che consiglio a tutti. A fine concerto penso che sia il caso di allontanarmi un pochino se voglio arrivare intero alla fine della giornata che, a giudicare dal bill, si prevede massacrante. Infatti, giusto dopo il tempo di aver trovato un punto in mezzo all'arena dove c'è un rialzo che permette di vedere meglio il palco, è arrivato il momento di uno dei gruppi più grandi e forse più sottovalutati del thrash metal: i Testament. Felicemente tornati alla ribalta con un album fantastico come The Formation Of Damnation, sembrano proprio vogliosi di mettere a ferro e a fuoco l'arena! per primi entrano il nuovo batterista Paul Bostaph, poi la premiata coppia di chitarristi Eric Peterson & Alex Skolnick e il bassista Greg Christian ed infine, in tutta la sua imponenza, il cantante Chuck Billy, che sfoggia subito un vocione growl che mi fa impallidire. Un uomo che ha avuto un tumore alla gola e che ancora riesce a gridare così ha tutto il mio incondizionato rispetto. Si parte subito bene con una serie di canzoni tutte dei primi album della band, come Over The Wall, Into The Pit, Apocalyptic City, Practice What You Preach, e The New Order. Dopo un simile inzio di classici, arriva poi il momento di due pezzi come More Than Meets The Eye e Henchman's Ride ma che riescono a prendere di brutto comunque. Tutti i membri sono dei mostri: i due chiatarristi non scazzano nemmeno una nota, Bostaph è un'infernale macchina da guerra quando suona la batteria, nonostante a prima vista sembri uno qualunque e Billy continua a sfoderare growl pazzeschi anche per un cantante death metal, mischiati a cantati più trash e puliti specialmente quando è il momento dei pezzi più vecchi. Il concerto, putroppo per me troppo breve, si chiude con la monumentale Alone In The Dark e Disciples Of The Watch. Mi dispiace molto quando escono di scena. Sono stremato ma stracontento. Chissà quando mi ricapiterà di rivederli dal vivo. Decido che è il momento di trovare un angolo di ombra e di riposarsi e il momento in cui ci sono i Meshuggah è quello giusto. Con tutto il rispetto ma non mi piacciono granchè. Mentre mi riposavo sentivo che ci davano dentro ma, probabilmente complice la stanchezza, non mi dicevano molto. E poi dovevo recuperare forze per il gran finale, che scherziamo!?! Intorno alle sei e mezzo del pomeriggio il sole è ormai sopportabile, mi stiracchio e mi dirigo alla mia postazione strategica. Intorno a me vedo sempre più persone con magliette con raffigarete ossa, organi e parti del corpo umano. Ormai è arrivato il momento della seconda band recentemente riunita della giornata: i Carcass. Appena sentiamo la voce cavernosa dell'intro di Incarnate Solvent Abuse capiamo che i padrini del grind-death metal più marcio ed estremo che ci sia stanno per arrivare. A parte il batterista originale Ken Owen che purtroppo anni fa è stato colpito da un'emorragia celebrale che gli ha impedito di suonare per diversi anni, sostituito prontamente da Daniel Erlandsson attuale batterista degli Arch Enemy, gli altri componenti della line-up originale ci sono tutti. Il bassista-cantante Jeff Walker (che a vederlo sembra ancora più inquietante di quando era giovane), il chitarrista e seconda voce Bill Steer e il guitar-hero del death metal Michael Amott (fondatore degli Arch Enemy). Partono subito senza troppi complimenti con Inpropagation. Grande ovazione. Poi arriva Buried Dreams e Corporal Jigsore Quandary che riconosco subito dall'inconfondibile intro di batteria. Non si propone canzoni solo degli album dove c'era Michael Amott alla chitarra (tra l'altro mi chiedo se si fosse portato con se Angela Gossow) come Carnal Forge, Incarnated Solvent Abuse, No Love Lost, This Mortal Coil o Embodiment, ma si va anche a pescare nel passato dei primi due album più propriamente grind metal della band, riproponendo Symphony Of Sickness, Genital Grinder e Rotten To The Gore e Exhume To Consume. Ed in mezzo a tutto questo l'unico brano preso dall'ultimo album della band, cioè Keep On Rotting In The Free World. Poi, verso la fine del concerto, appare inaspettatamente sul palco il vecchio batterista Ken Owen, visibilmente provato nel fisico dal male subito, rivolgendosi al pubblico. Un momento davvero toccante e tutti alziamo il braccio facendo il saluto metal in segno di rispetto gridando "Owen! Owen!". Il concerto si chiude poi con Heartwork. Molto bravi anche loro, una reunion degna di essere fatta. Ormai la sera sta arrivando e l'oscurità non tarderà a venire. L'atmosfera è quella giusta visto il gruppo che verrà. Ancora non riesco a credere che tra poco sul palco vedrò e sentirò, per la prima volta dal vivo, la mia band metal preferita in assoluto. Il gruppo più cattivo, estremo e feroce di tutta la gloriosa storia del metal: gli Slayer! Parte Darkness Of Christ, l'intro dell'album God Hates Us All, poi i quattro cavalieri dell'apocalisse, Tom Araya, Kerry King, Jeff Hanneman, Dave Lombardo (la line-up originale! con tutto il rispetto per Paul Bostaph) entrano sul palco. Iniziano subito di prepotenza con la potente Disciple che io inizio subito a cantare a squarciagola, dato che è una delle mie preferite. Arriva poi l'anticristiana Cult, presa dall'ultimo album e si prosegue con un ritorno a canzoni più vecchie come Chemical Warfare, Ghosts Of War e War Ensamble, quest'ultima accolta con grande foga. Altro momento molto intenso con la stupenda Jihad, anche questa dell'ultimo album (Eyes Of The Insane invece mi ha convinto meno). Tutti sono eccezionali come sempre: Araya sfoggia ancora la sua voce demoniaca, un pò in contrasto con i grandi sorrisi che rivolge al pubblico in delirio, mentre l'infernale duo chitarristico King-Hanneman tira fuori un riff dopo l'altro con furia omicida e il batterista Lombardo pesta come un indemoniato ma con la grazia di un angelo. Dopo alcune uscite inaspettate come Die By The Sword, Spirit In Black e Payback, è il momento di un superclassico: Dead Skin Mask. Meravigliosamente lugubre e inquietante. Si va avanti con le atmosfere oscure con Hell Awaits. Altra uscita inaspettata è Postmortem. Dopo un altro grande classico come South Oh Heaven, arriva il momento più atteso da tutti i pogatori. Si aprono delle zone vuote intorno a me. C'è bisogno di spazio per il megapogo imminente. In mezzo alle chitarre distorte, compaiono dal niente tre colpi di grancassa che tutti riconosciamo subito. La tensione è alta e molti gridano di felicità. I colpi alla grancassa continuano, poi arriva il riff infernale che tutti vogliamo. Che Raining Blood sia. Intorno a me si scatena l'inferno e gli Slayer fanno da orchestra di benvenuto. Arrivo a fine canzone tastandomi per assicurarmi di non avere costole rotte. Per fortuna tutto ok. Dopo un'altra magnifica canzone come Mandatory Suicide, il concerto si chiude nel miglior modo possibile, con la mia canzone preferita: Angel Of Death. Recupero quel poco di voce che mi è rimasta e la consumo del tutto fino a diventare quasi afono. Sono senza più forze e sfiatato, ma cazzo ne è valsa la pena! Un concerto fantastico, anche a sentire persone con qualche anno più di me che sicuramente hanno visto gli Slayer più di me. Non mi resta che andare a nanna, conancora in testa quei riff micidiali e quelle grida tremende.

Domenica 29 Giugno: All'ultima giornata del Gods Of Metal arrivo, con un pò di rammarico, in ritardo e non sono riuscito a vedere gli Obituary e i Morbid Angel li ho visti appena alla fine. Ma d'altronde sopportare un'altra giornata di sole tremendo è davvero dura e anche il mio povero collo ha ringraziato. L'ora di caldo maggiore è passata e alla fine il caldo è sopportabile. Mi sistemo nel mio solito punto strategico, questa volta un pò più vicino. Capisco subito a chi tocca salire sul palco quando vedo un sacco di amplificatori e di chitarre ai lati del palco. Sta per arrivare il grandissimo (in tutti i sensi, visto che molti gridano "Ciccione, ciccione!") guitar-hero Yngwie Malmsteen. Molti dicono che è un borioso tecnicista fine a sè stesso. Altri dicono che comunque sia è un grande intrattenitore e una gioia per le orecchie. Comunque sia sono davvero curioso di sentirlo. Quando finalmente arriva sul palco, mi sembra impossibile che quell'energumeno possa avere tanta grazia nelle dita. Ed infatti inizia subito ad appassionarmi con la meravigliosa Rising Force, coadiuvato da un cantante fantastico, che poi scopro essere Tim "Ripper" Owens (che tra l'altro ha fatto parte di tutte e due le band che sarebbero venute dopo), che riesce a fare degli acuti che probabilmente non esistono in questo mondo. Yngwie, come previsto, gigioneggia a tutto spiano, con una tremenda capigliatura cotonata stile anni '80, pantaloni di pelle che a malapena gli stanno. Ma queste cose gli vengono perdonate, dato che comunque lo spettacolo è uno spasso e le schitarrate alla velocità della luce, specialmente in canzoni come Far Beyond The Sun e Trilogy Suite, sono fatte senza una sbavatura. In mezzo a tutta questa enorme autocelebrazione di Malmsteen, Owens cerca di rubargli la scena in quelle poche canzoni cantate e in qualche modo ci riesce, dato che la sua voce è splendida e potente. Ma il meglio dello show è quando Malmsteen può sfogare la sua foga chitarristica sui poveri plettri che vengono lanciati al pubblico come noccioline e che sembrano quasi tirati fuori dal niente, come se Malmsteen fosse l'uomo ragno e i plettri le ragnatele. Le chitarre sono cambiate spesso e verso fine del concerto una viene sacrificata, spaccata sul palcoscenico come nella miglior tradizione dei guitar hero. Insomma un gran bello spettacolo. Un pò da baraccone, ma pur sempre spettacolo. Ormai la stanchezza dei tre giorni sul groppone comincia a farsi sentire, quindi per godermi gli Iced Earth, penso bene di accasciarmi all'ombra sulla collinetta. Sinceramente di questa band conosco soltanto l'album Horror Show, ed infatti l'unica canzone che riconosco, cioè Dracula, fa parte di quell'album. Tuttavia ascoltarli dal vivo mi ha fatto venire voglia di approfondire la mia conoscenza su questo gruppo, presente sulle scene da quasi 25 anni, nonostate gli infiniti cambi di formazione e che adesso a visto il ritorno del cantante storico Matt Barlow. Tanto di capello, una band che, seppur non raggiunga cime tempestose, è comunque più che valida. Ma in quel momento avevo bisogno di recuperare le poche once di energie rimastemi. Ormai è sera e sta per cominciare l'ultimo concerto di questo immenso Gods Of Metal. Loro sono praticamente i padrini dell'heavy metal e sono recentementi usciti con il loro primo concept album sulla vita di Nostradamus: ovviamente sto parlando del grande ritorno dei Judas Priest! Anche in questo concerto c'è una certa scenografia, anche se meno imponente rispetto a quella degli Iron Maiden. Le luci rosse e viola danno un effetto molto particolare, ce fa entrare in un atmosfera quasi epica. Pochi istanti ed entrano i due storici chiatarristi K.K. Downing e Glen Tipton, il bassista Ian Hill e il batterista Scott Travis. Poi, uscendo da una botola con indosso un mantello con cappuccio argentato, appare in tutto il suo carisma il grande Rob Halford. Il pezzo iniziale è Dawn Of Creation seguito da Prophecy, rispettivamente intro e prima canzone del nuovo album Nostradamus. Sono pezzi che anche live rendono davvero molto bene e mostrano subito un Halford in forma smagliante, nonostante gli anni che passano. E dopo le novità, si ritorna subito ai classici con Metal Gods e Eat Me Alive. Un momento meraviglioso si ha con Between The Hammer And The Anvil. Poi, dopo Devil's Child, arriva un superclassico come Braking The Law che fa scatenare subito tutti quanti. E dopo un'altra martellata come Hell Patrol, torniamo ad atmosfere più oscure con dell'ultimo album. Sciorinati altri pezzi come Dissident Aggressor e Angel, si ritorna ai grandi classici con Rock Hard Ride Free e Sinner. Ad un certo punto odiamo un suono pazzesco di batteria che tutti conosciamo e che ci fa andare in estasi mistica: è l'inizio della mitica Painkiller. Forse Halford non riesce a fare tutti gli acuti come un tempo, ma poco importa dato che l'esecuzione è da togliere il fiato. Poi, tra piccoli interludi da frontman in cui Halford incita il pubblico in un modo molto simile a quello usato da Cab Calloway nel film "The Blues Brothers" (giuro mi ha fatto venire le lacrime agli occhi...), avviene una cosa che tutti volevamo, ma che forse non avremmo mai sperato di vedere: Rob Halford entra sul palco in motocicletta e poi parte Hell Bent For Leather. Magnifico. Dopo The Green Manalishi, il concerto si conclude con You've Got Another Thing Comin'. Una grande performance da parte di una band mitica.

E' finita. Il Gods Of Metal 2008 è finito. Ce ne andiamo tutti stremati e un pò malinconici. Con la voglia di ritornarci anche l'anno prossimo. Staremo a vedere.

domenica 14 settembre 2008

Tracklist di domenica 14/09/08

Eccovi la tracklist della compilation di Granducato di Metallo! (più qualche altra canzoncina niente male...)

INVASIONE TOTALE

-Gods Whish You To Die (Dragonia)
-World Is A Whore (Rattlesnake)
-Lust For Pain (Chaos Core)
-Engraved In A Web Of Hate (Delyria)
-We Will Never (Exence)
-Slaves (Weirdream)
-For All Eternity (Underskin)
-The Sacred Test (Seventh Seal)
-Personal Hell (Dirty Rockers)
-Sleazy Girl (Vice Dolls)
-The Day Of Judgement (Bleed Someone Dry)
-R'n'R Will Save Your Soul (Revel)
-Shouting Youth (Nameless)
-Faust (Luthien)
-The Fearsome Call (Mistyland)
-What Women Can't Live Without (The Aesthetic Project)
-Manimal (H.A.R.E.M.)
-Requiem For A Son (Sexctum Sepulcrum)
-Il Tuono Dell'Anima (Onyricon)

Ed altri toscani emergenti che tengono alto il nome del buon metal...

-Why (No Remorse)
-Human Hecatomb
(Raw Visions)
-Lose My Faith (Taron)
-Message To The Stars (SevenGates)

ed infine, per ricordare a tutti di una band toscana illustre...

-Metal Brigade (Strana Officina)

sabato 13 settembre 2008

Invasione Totale: la compilation di Granducato di Metallo in diretta domenica 14 settembre

Questa domenica 14 settembre, dalle ore 19 alle ore 21 (come sempre su http://www.radiogas.it/), vi farò ascoltare tutta la compilation "Invasione Totale" firmata Granducato di Metallo, che raggruppa il meglio delle band di ogni genere metal toscane emergenti. Inoltre passerò anche altri pezzi, di altri gruppi sempre toscani. Insomma una serata all'insegna del buon metal della maremma e dintorni. Ovviamente vietato mancare!

domenica 7 settembre 2008

Tracklist di domenica 07/09/08

Prima puntata di questa nuova stagione di NonsoloMetal Show! Tutto il meglio delle novità estive! ecco la tracklist:

Nuova sigla di apertura: Shadow Of Deth (Megadeth)

-Prophecy (Judas Priest)
-Deceiver (Disturbed)
-Saints Of Los Angeles (Mötley Crüe)
-Heir Apparent (Opeth)
-Wake The Sleeper (Uriah Heep)
-Straight To Hell (Venom)
-I'm Now (Mudhoney)
-On Ancient Ground (Communic)
-The Evil Within (Bonded By Blood)
-A New Empire's Birth (Keep Of Kalessin)
-The Greatest Of All Lies (Unleashed)
-I Did It My Way (Revolution Renaissance)
-Primal Rage (Assedium)
-Fantasmi (Malnatt)
-UxFxTx (United For Trash) (Violator)
-Unleash (Soulfly)
-Vengeance Is Mine (Alice Cooper)
-The Devil Walks Proud (Chrome Division)
-The Art Of War (Sabaton)
-Offenders Of The Throne (Destruction)
-All Hope Is Gone (Slipknot)





sabato 6 settembre 2008

Torna NonsoloMetal Show!



Son finite le vacanze e il sottoscritto riapre lettori cd e microfono per ricominciare un'altra stagione della trasmissione di metal (e non solo) che tutte le domeniche (da questa stagione dalle ore 19 alle ore 21) vi farà saltare le casse del vostro computer!
La prima puntata di domenica 7 settembre sarà interamente dedicata a tutto il meglio delle novità discografiche uscite in questi caldi mesi estivi. E vi assicuro che ce ne sono state molte!
Per cui...non mancate questa e tutte le prossime domeniche!