lunedì 14 settembre 2009

Era già successo l'anno scorso e purtroppo è successo di nuovo quest'anno.. ancora mi devo scusare con voi lettori per il ritardo nello scrivere i mesi estivi di questa rubrica Metal Detector, ma mi farò perdonare perchè le novità di cui vi sto scrivendo vi piaceranno senz'altro! Infatti, questo giugno di 2009, è stato talmente ricco di grandi dischi, che ho voluto premiare addirittura tre dischi come i migliori del mese! Cominciamo con un gradito ritorno nell'olimpo del metal più brutale, a dieci anni dall'ultimo lavoro e a due dalla reunion, ecco finalmente il nuovissimo e pesantissimo album Death... The Brutal Way, di una delle band capostipite del death metal olandese, gli Asphyx! Magari alcuni hanno pensato che questo album sarebbe stato giusto un piccolo antipasto in attesa di un secondo capolavoro della nuova band del guru del death metal olandese Martin Van Drunen, cantante degli Asphyx, ovvero gli Hail Of Bullets (del loro primo, magnifico, album ...Of Frost And War me ne sono già occupato l'anno scorso), ma questi hanno trovato metallo inossidabile per i loro denti! Questo infatti è un lavoro con i controcazzi, con tutti i crismi del death metal che questa band ha contribuito in passato a definire col loro stile, con liriche al vetriolo ruggite in growl agghiaccianti, riff e ritmi di potenza disumana ed una turpe oscurità di fondo che accompagna tutto l'album come una nube autunnale. Insomma anche se è uscito di giugno, quest'album tutto è meno che solare. Posso proprio dire che il nuovo lavoro degli Asphyx è l'ennesima dimostrazione che anni sui palchi e grande costanza danno i loro frutti e che non è necessario fare album ogni anno, infatti se i risultati sono questi, meglio la classica formula "pochi, ma buoni". Magari ce ne fossero tanti così di ritorni sulle scene! E sembrano essere d'accordo sulla formula del pochi ma buoni, anche la seconda band migliore del mese, anche questa olandese (gran bel paese l'olanda c'è poco da fare...), al loro esordio discografico benchè sia dieci anni che esistono: beh anche qui bisogna dire che ne è valsa la pena aspettare! Infatti è davvero un capolavoro questo Razor degli Onheil, che hanno come base il black metal più grezzo, ma in qualche modo lo reinventano con cambi di tempo inconsueti e riff di chitarra che non ti aspetteresti (sembra quasi di sentire una band NWOBHM che si è dato al black metal). Quindi un album che sfugge alla monotonia che caratterizza troppi gruppi black metal, e che riesce ad essere distorto e malato ma mai banale tanto riesce a sorprenderti per la freschezza e la qualità delle composizioni complesse e ben articolate. Non mi frega niente se dovrò aspettare molti anni per un nuovo lavoro di questi olandesi, basta che sia un grande album come questo! E per chiudere con i numeri uno di questo mese ecco, per la prima volta in questa rubrica un terzo album e indovinate un po'? è una band italiana! Era da più di vent'anni che mancavano dalle scene ed hanno ripreso il percorso esattamente dove lo avevano lasciato nel 1988 con quel Neurodeliri ormai mitico: aveta già capito di chi sto parlando, ebbene sì i milanesi Bulldozer sono tornati e il nuovo Unexpected Fate è un sublime album di thrash metal italico! Qui gli anni di attesa sono stati davvero tanti e in questi casi quando poi finalmente esce un nuovo album o è un capolavoro o è una fetecchia. Fortunatamente è successa la prima cosa! Questo lavoro va ad aggiungersi alla lista dei grandi album metal italiani, a dimostrazione che anche gli italiani sanno spaccare meglio di tanti altri! Quando poi a tornare è un gruppo storico come i Bulldozer (lodato, a suo tempo, anche dagli Slayer), allora la garanzia è certa. Gli amanti del thrash lo ameranno senz'altro e l'acquisto è per forza di cose obbligato. Non mi stancherò mai nè di dirlo nè di scriverlo: non si tratta di patriottismo inutile questo, ma è una sincera esortazione a sostenere la nostra scena metal, che c'è, è viva e animalesca, fa grandi dischi e merita attenzione e rispetto. E adesso proseguiamo con gli altri album, alcuni dei quali, giuro, non sono tra i primi del mese per un soffio. Cominciamo con due band che anche loro preferiscono la formula pochi ma buoni: i death metallers danesi Artillery, che dopo ventisette anni di carriera sono arrivati solo al quinto album, ma questo vigoroso e furioso When Death Comes forse è il loro miglior disco e i norvegesi Wallachia, attivi dal 1992 ma giunti solo al loro secondo album Ceremony Of Ascension, ma anche qui l'attesa vale la pena perchè la band riesce a ottenere un black metal mai mediocre, di altissima fattura, tanto che potrei definirlo un technical black metal. Rimanendo sempre in ambito metal estremo vanno segnalati gli inglesi Anaal Nathrakh che danno alle stampe un quinto album di grind metal infernale, nel vero senso del termine, come In The Constellation Of The Black Widow, i canguri del black metal, ovvero gli australiani Deströyer 666 e il loro quarto disco Defiance, grondante sangue, veleno, black & thrash metal indiavolato e i poco conosciuti, ma comunque validi thrashers inglesi Seventh Angel giunti dopo diciassette anni al terzo lavoro The Dust Of Years. Cambiando genere, vanno ricordati i ritorni di due band con ormai quasi quarant'anni di carriera alle spalle, ma che non hanno intaccato per niente la loro creatività: gli UFO, che con questo raffinato ed energico The Visitor sono arrivato al ventesimo disco in studio e i Magnum, tornati con la classe che li contraddistingue con l'ottimo Into The Valley Of The Moonking. Sempre in ambito di stile old school, vi raccomando i quasi sconosciuti Slough Feg, che fanno un heavy metal di vecchio stampo assolutamente godibile, di strada, fatto di sudore, schitarrate magnifiche e grande incisività e con il loro quinto album Ape Uprising! dimostrano ancora una volta il loro talento. Grande grinta e senso dello spettacolo ce l'hanno anche gli svedesi Hardcore Superstar, una delle band che riesce a tenere alta la scuola svedese del glam metal e il settimo lavoro Beg For It non delude. Niente male, anche se non facile da assimilare, è anche il nuovo album Black Clouds & Silver Linings dei re del progressive metal ovvero i Dream Theater. E per chiudere un po' di folk metal: è uscito il sesto, divertente, lavoro Karkelo della band folk metal più famosa al mondo, ovvero i finlandesi Korpiklaani e il ritorno dopo cinque anni della band che praticamente ha inventato il folk metal, gli inglesi Skyclad col loro tredicesimo godibilissimo disco In The... All Together (a dicembre saranno anche al Club Siddharta di Prato...).
A presto con i Metal Detector di luglio e agosto!

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