mercoledì 17 dicembre 2008

Cradle Of Filth + Gorgoroth + Moonspell- 07/12/08- PalaNord, Bologna

Per la quarta volta quest'anno, il sottoscritto è tornato sul luogo del delitto: la zona intorno l'arena parco nord di bologna. Ed ancora una volta si tratta di un bel concerto metal! Stavolta però il luogo del massacro non era nè l'Arena (anche perchè ora è un po' freschino) nè l'Estragon, ma quel tendone che è il PalaNord. L'atmosfera intorno all'enorme distesa di asfalto che sovrasta la zona, è molto indicata per l'occasione: buio quasi totale e nebbia. Si ha l'impressione che da un momento all'altro, possano sbucare fuori dalla terra dei morti viventi o i black metalloni che quando arrivano le tenebre escono fuori. A guardare quell'enorme tendone, sin dall'inizio temevo che dentro avrebbe fatto un freddo tremendo. Invece, dopo un controllo della sicurezza che sembrava quello che fanno le guardie negli aeroporti, entrando ho sentito subito il sangue tornarmi nelle vene. Vedo una band che sta facendo soundcheck. Scopro che sono i greci Septic Flesh, una band con quasi vent'anni di carriera alle spalle e il cui ultimo album risale all'inizio di quest'anno. Il loro misto di gothic e death non è niente male è certi episodi, come Persepolis, sono davvero ottimi. Un buon antipasto. Ma i piatti forti stanno per arrivare. Sullo sfondo del palco appaiono le immagini del loro dvd di prossima uscita Lusitanian Metal. Signori e signori la più famosa band metal del Portogallo! I Moonspell! L'atmosfera si fa subito molto suggestiva..tra luci scure e buio nei momenti solenni..ma anche qualche tamarrata, come i ventilatori davanti ai chitarristi per simulare il vento che scompiglia i capelli! Ma sono piccole frivolezze che si perdonano ad una band che ha regalato uno show fantastico da ogni punto di vista! Dell'ultimo album Night Eternal, uscito lo scorso aprile (e che ho messo tra le migliori novità del Metal Detector di quel mese), sono suonate giusto un paio di canzoni: Night Eternal e Moon In Mercury. Il resto della scaletta è praticamente dedicata tutta ai classici: da pezzi addirittura del primo album come Alma Mater e Vampiria (quest'ultima davvero molto intensa anche nella resa visiva, con immagini di sangue che scende sullo sfondo), Blood Tells, In Memorian, Finisterra, le immancabili Opium e Full Moon Madness e il gran finale con la magnifica Ruin And Misery. Grande band che sa come intrattenere il suo pubblico. A concerto finito, molti escono fuori a fumare e la sala si svuota un po'. Non a tutti piace la band che sta per arrivare. Sul palco stanno per arrivare delle grosse croci a grandezza d'uomo e molti dei presenti esultano. Ne vengono montate quattro in tutto. Per un attimo ho pensato che avrebbero anche appeso le teste di mucca, ma evidentemente non glielo hanno permesso...poco dopo entrano in scena due ragazzi e due ragazze, nudi come vermi. Salgono sulle croci e si mettono un cappuccio nero in testa. Più che Gesù a vederli mi ricordavano di più i prigionieri di Abu Ghraib. Poi fa la sua entrata la band alfiere di quello che loro chiamano true norvegian black metal, ovvero i Gorgoroth. Non si può dire che Gaahl e compagni brillino nell'intrattenimento del pubblico, dato che le canzoni scorrono una dietro l'altra con implacabile freddezza e nessuno nei componenti si concede a frivolezze nei confronti del pubblico. Ma è il loro stile, si sa. Comunque lo spettacolo è musica black metal al 100%, dura e oscura come la pece. Dall'utima uscita discografica (che risale al 2006) sono estrapolate solo Wound Upon Wound e God Seed (Twilight Of The Idols). Il resto sono pezzi più o meno noti come Forces Of Satan Storm, Procrating Satan, Teeth Grinding, Carving A Giant, Sign Of An Open Eye, Of Ice And Movement e Unchain My Hearth . Tutte suonate con un distacco e un'impassibilità sconcertanti. Si ha l'impressione che alla band non importi molto della resa del pubblico e in effetti sono ben poche le braccia che si alzano a fare il gesto delle corna. Comunque sia il concerto è stato molto suggestivo e impressionante e la band è tecnicamente ineccepibile e potente, anche se il suono non credo fosse dei migliori. Dopo un'ora scarsa, il gruppo esce di scena senza tante cerimonie, e quei poveri cristi (è proprio il caso di dirlo...) possono scendere da quelle croci dopo essere rimasti impalati (nel senso di fermi, ovvio) tutto quel tempo sulle croci. Ormai è il momento della band principale. Un telone copre tutto il movimento dei tecnici per preparare gli strumenti. Quando si alza il sipario, oltre agli strumenti c'è un piccolo palco rialzato, una enorme croce appoggiata di lato per terra e delle robe di legno che sembrano da trincea. Un senso della scenografia che ricorda un pochino gli Iron Maiden (del resto anche loro sono britannici). Poco dopo entra in scena la band più amata e odiata di tutto il black metal mondiale: i Cradle Of Filth! Poco prima del concerto ho sentito che molti temevano che il cantante-leader Dani Filth, avrebbe fatto qualche cazzata da primadonna rovinando il concerto. Invece sin da subito,sia la band sia l'ugola impressionante di Filth, che alterna come sempre growl cavernosi e acuti impressionanti nel giro pochi nanosecondi, appare in gran forma ed anche se un po' di egocentrismo autocompiaciuto viene fuori dal buon Dani, direi che è perdonabile. Molto spazio è dedicato all'ultimo, ottimo (considerato tra i migliori album del mese sul mio Metal Detector di ottobre) album Gospeed On Devil's Thunder ed infatti apertura (In Grandeur And Frankincense Devilment Stirs) e prima canzone (Shat Ou Of Hell) sono tratte da questo. Oltre ad altre due canzoni nuove, The 13th Caesar e Honey And Sulphur, per il resto della scaletta la band va a ripescare canzoni praticamente da tutti i loro precedenti album: abbiamo quindi Gilded Cunt, Nocturnal Supremacy, Under Huntress Moon e grandi classici come Dusk & Her Embrace (durante la quale appare una specie di enorme marionetta nera gigante, un po' grottesca), The Twisted Nails Of Faith, The Principle Of Evil Made Flesh e il pezzo finale Cthulhu Dawn. Le uniche cose che si potrebbero rimproverare per un concerto altrimenti perfetto, sia dal punto di vista tecnico che artistico, sono la breve durata (settanta minuti di concerto per una band headliner mi sembrano un po' pochini) e la mancanza di molte delle canzoni più amate dal pubblico (e anche dal sottoscritto). Ma comunque grande concerto e grande serata...
Rimanendo ancora per qualche tempo nel Palanord, vedo qualche musicista che firma autografi e fa foto ricordo. Incrocio Gaahl, che struccato è più inquietante che sul palco. Poi compare Fernando Ribeiro, il cantante dei Moonspell, che viene attorniato da un sacco di ragazze che si fanno autografare sulle tette (bella la vita da rockstar...). Ma anche io e un amico di scampagnate metallare con cui ero venuto, riesco a fare due chiacchiere con Ribeiro che si mostra molto disponibile e alla mano. Questa è la foto che abbiamo fatto con lui (purtroppo non si vede benissimo):

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