giovedì 11 febbraio 2010

Rammstein - 09/12/09 - Omnisport, Parigi

Ecco a voi il primo report di un concerto non visto da me, ma da Calliope da qualche mese mia collaboratrice. Anche lei, come me, ama alla follia i Rammstein ed è volata fino a Parigi pur di vederli, lo scorso dicembre. Ecco la cronaca di quel concerto.
Ed anche le bellissime foto sono opera sua. Buona lettura!


LIFAD, aussi puor moi!!

cronache parigine dal sottopalco

no no, i francesi non sono maleducati, sono proprio stronzi”

passeggera ryanair di ritorno da Parigi


Il nostro tour comincia maldestramente, tra i miei chilometri fatti attorno alla stazione Termini trascinando il trolley alla ricerca del pullman per Ciampino, la perdita del cellulare in aereo (eh sì le magie) e la stanza dell'albergo parigino all'ultimo piano con tanto di lavori in corso ed operai nella stanza accanto. Insomma, i classici viaggi degli italiani all'estero, che dire!

La mattina del 9 vengo buttata giù dal letto perchè è “tardissimooo”, sono le 10:00 e noi dovevamo essere a Bercy a fare la fila davanti all'Omnisport, invece siamo ancora mezzi morti dal sonno e fuori fa freddo; nemmeno mezz'ora più tardi siamo già sul posto (eee la magia delle metropolitane) a fare la fila.

Ci troviamo circondati da druidi degni di Asterix che scimmiottano un tedesco simile allo spagnolo di Till e si va: piove, io ho un ombrello a fiori, non ci si può sedere per terra ed il fango inghiotte gli anfibi, notiamo più avanti due ragazze italiane che non ci calcolano e noi ricambiamo il favore.

Passano, un po' trascinandosi e un po' dondolando, 6 ore e ½ di pioggia e francese, pensiamo a dove metterci, decidiamo che il posto migliore è al centro sulla destra, tra Richard Z. e Till, il gruppo di apertura sono i Combichrist, che io conoscevo molto sommariamente, non mi avevano nemmeno fatta impazzire dall'unico album che avevo ascoltato.

Scatta l'ora x: ci fanno entrare, ma prima ci fanno un sacco di raccomandazioni sul non urlare perché devono registrare, sul fatto che il palco è iper-tecnologico e immagino altro che non sono riuscita a tradurre, poi il braccialetto giallo da carcerati e corriamo sotto il palco dove avevamo pensato, in un'ora l'Omnisport si riempe completamente, si spengono le luci, campeggia solo la scritta COMBICHRIST bianco su nero al centro del palco.

L'atmosfera si riscalda subito, la gente balla anche se i più non li conoscono, io ballo trasportata dalla gente, ma il gruppo se la cava davvero bene, il cantante ha una bella voce maschile, bassa ma non troppo, per un genere che è a metà tra l'industrial metal e e il cyber, con una coreografia spettacolare, il ritmo frenetico dei due batteristi, il Dj al centro che metteva le piste in sequenza, già al secondo-terzo pezzo, vola un tom, un batterista rovescia una bottiglia d'acqua sulle casse e suona facendo un macello, ed ecco che l'altro lancia sul pubblico altra acqua, per Blut Royale eravamo già carichi e pronti ad assistere al cuore vivo del concerto e infatti la loro esibizione finì da lì a poco in modo violento, buttando strumenti oggetti già dal palco circondato da enormi bombole del gas, un tom arriva proprio tra quelle quando tutti ci chiediamo se poi avremo la forza di tornare a casa, il gruppo saluta, passa vicino alle transenne e va via, seguirà il resto del concerto seduto in tribuna, ma lo sapremo in seguito.

A questo punto quella ventina di minuti in piedi con le luci accese sono stati una tortura, ci guardavamo tutti in faccia, aspettando il momento giusto, poi di nuovo al buio, fatta eccezione per due punti laterali del palco, dai quali filtra una luce fortissima bianca, i due chitarristi entrano in scena fracassando un fondale, il cantante entra dopo, da un ovale di circa due metri d'altezza creato con il lanciafiamme: Rammlied si diffonde, era quasi ovvio cominciassero con quella. Al primo Ramm-Stein della canzone via con le fiammate dal basso, sì, sono proprio loro!!!

Una delle prime sorprese è stata quando ha iniziato a cantare, la bocca del cantante ha cominciato ad illuminarsi completamente, la si vedeva benissimo al buio grazie ai led posizionati all'interno dei quali si intravedevano i fili che poggiavano sulle guance, essere sotto il palco ha i suoi vantaggi alla fine. Il LIFAD tour continua un po' sulla linea del Völkerball, certe cose sono state riproposte, altre ci hanno lasciato molto sorpresi, in Feuer Frei le fiamme si sprecavano, come nel video hanno messo i lanciafiamme “a bocca” e sputavano fiammate, in Benzin dopo un intro quasi teatrale nel palco troneggia una pompa di Benzina di quasi due metri con la pistola sparafuoco.

In scaletta c'erano moltissimi pezzi dell'ultimo album, quasi in ordine c'erano Rammlied, Bükstabü, Ich Tu Dir Weh,Waidmanns Heil, Wiener Blut, Frühling In Paris, Liebe Ist Für Alle Da, Pussy, Haifisch.

In Ich Tu Dir Weh (per chi non capisse il crucco, “ti faccio male”) sono successe tante di quelle cose che finivi per non sapere più dove guardare, il doctor lascia le tastiere e mentre Till cantando si accartoccia su se stesso lo spinge facendolo finire a terra. Per il pezzo più cattivo probabilmente dell'intero album è stata ideata la soluzione più spettacolare: Lindemann acchiappa e carica sulla spalla l'esile tastierista e dopo averlo portato dietro una cassa fa come per picchiarlo, là comincio a perdermi: la canzone diventa lenta, una luce conica illumina solo la figura imponente del cantate che ha con se una specie di contenitore di latta con manico, dopo un po' mi rendo conto che la cosa strana è che lui...si stava sollevando! C'era una pedana tonda che si alzava tenuta da una colonna in metallo, e arrivato al tetto del palco rovescia nella perpendicolare il contenuto magico della latta che comincia a scintillare, scoppiettare e poi decisamente esplodere. Quella che per me era magia mi è stato spiegato dopo essere polvere da sparo che a contatto con la colonna incandescente brillava scoppiettando. Le urla cominciavano a stonare, non avevo abbastanza occhi per tenere sotto controllo Kruspe, Flake, Oliver che intravedevo, poi la seconda chitarra Paul che per me era quasi invisibile data la stazza dei miei vicino di posto.

Wiener Blut è stata la più sorprendente, musicalmente e scenograficamente, da una nuvola di fumo si intravedevano sospese delle luci verdi, quando tutto il fumo si è disperso nell'aria abbiamo riconosciuto la sagoma di una ventina di bambolotti appesi sopra le loro teste e dai loro occhi uscivano raggi verdi, rimango ancora più affascinata dalla bassa, ferma voce di Lindemann che aldilà del genere racconta la storia dell'azione criminale più assurda del secolo e forse per ironia, forse per attirare l'attenzione porta il nome della pomposa, romantica opera di Johann Strauss II, e lo fa con gran classe; la batteria martellante, la chitarra quasi frenetica, la voce indescrivibile, bassa, potente, tutto ampliato dalla potenza dei bassi che ci trovavamo difronte e per concludere in bellezza alla fine del pezzo tutti I bambolotti appesi saltano in aria facendo cadere sul palco i pezzi.

Era infatti impensabile dopo questa riuscire ad eseguire Frühling In Paris in modo impeccabile, il bassista passato alla chitarra acustica ha fatto scivolare le dita sulle corde facendo uscire un suono sporco, scordato e Till aveva la voce troppo rauca, alzava un po' di ottava per non stonare, Kruspe stava seduto a desta su un rialzamento a mò di sirenetta che stimpellava gli accordi, che diva!

Insomma, la botta grossa c'è stata con Pussy, o meglio alla fine di pussy, eseguita piuttosto bene, ma eravamo troppo gasati perchè potesse uscire male e alla fine, con gli ultimi “Germanyyy” ti spunta Till con un cannone rosa pelle che “spruzza schiuma bianca” e ci imbratta completamente, la sottoscritta s'è beccata la roba due volte di sopra e il resto è finito ne cappuccio della felpa, il mio compagno è stato meno fortunato, stava con la bocca spalancata dallo stupore. Per concludere da una bocca di cannone alla base del palco sono stati sparati tanti fogliettini di velina gialli e rossi che svolazzando ci si sono appiccicati di sopra.

Con l'eccessiva pressione della gente, superate le 11 ore in piedi comincio a cedere, il gruppo saluta ed esce di scena, ma deve tornare, farò altri 5-6 pezzi prima di salutare davvero, aspettiamo, si riaccendono le luci, fa caldissimo e siamo tutti appiccicati con i vicini di posto e i vestiti con la pelle, mezzi zombie escono dalla folla informe sollevati di peso per poter avere spruzzata in bocca dell'acqua dalla security, che è sempre troppo opprimente e tac, luci spente di nuovo, iin ordine ci aspettano sonne,dove ad ogni numero che pronunciava nella frenetica successione delle parole spuntava a tradimento una fiammata dal tetto o dal pavimento del palco iper-tecnologico, links, e gente vedere Till che marcia insieme agli altri è IMPAGABILE, poi Du Hast, ma il vero colpo di scena avviene alla fine, sarà che stavo per morire, a quel punto la scelta era se vomitare sulla giacca della crucca gigante a fianco a me che ululava “Kruspeeee luuk at meeee” o svenire, quindi mi sono lasciata sconvolgere da quello che vedevo, Till che emergeva dal pavimento con due, immense, meccaniche ali da “Engel” , un braccio meccanico, e compare una corista dal fondo, vestita in bianco.

Scenografia perfetta per l'ultima canzone, la voce sembrava ancora più possente, vibrante direi e non si capiva più nulla però, e c'è sempre un però, Kruspe il fischio iniziale lo faceva in playback proprio come la corista in realtà avrà avuto il microfono spento, che abbiano avuto paura di una brutta figura finale?

Quando sono andati hanno lasciato sul pubblico le solite robe, bacchette, plettri (e Kruspe ha dato il plettro ad uno della security che lo ha consegnato ad una tipa davanti a lui sotto indicazione uhm..) e con un grande inchino il maestoso Till Lindemann e la sua band hanno salutato l'informe massa davanti e i Combichrist che ascoltavano il concerto seduti proprio davanti al palco, sulle poltrone.

Inutile dire che nonostante il pubblico sia stato troppo disciplinato e silenzioso è stata un'esperienza strepitosa, assolutamente da fare almeno una volta nella vita e una nota speciale merita il fondale scenografico enorme, con ventole nere esaltate da luci per lo più verdi e rosse, effetti continui e il tutti in totale sicurezza.


S.S. (Calliope)


Qui le altre foto del concerto

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