mercoledì 20 febbraio 2008

Queens Of The Stone Age - 18/02/08 - Estragon, Bologna

Visto da fuori l'Estragon pare un capannone di una qualche fabbrica. Disperso in mezzo a quella che è l'Arena Parco Nord. Mi rendo conto veramente di chi sto andando a vedere, solo quando vedo la lunga fila di gente tremante e di stand di magliette varie, tutte con un solo nome:
Queens of the Stone Age.
La prima cosa a cui penso quando entro prima di altri in modo più o meno subdolo, è come farmi strada per arrivare fino alle prime file. Ma alla fine non ho dovuto neanche sgomitare più di tanto. Decido di fermarmi sufficientemente vicino e lì farvi pianta stabile. Il locale dopo poco tempo si riempe quasi del tutto e il caldo afoso comincia a farsi sentire. Nel momento preciso in cui sono entrato avevano appena finito di suonare un gruppo che non sapevo neanche chi fossero. Rimango io e tutti gli altri in attesa per almeno un'oretta. Poi, alle 9:50, senza troppe scene e quasi con discrezione, i Queens of the stone Age fanno la loro entrata. Josh Homme è rosso in viso esattamente come i suoi capelli (forse doveva aver esagerato con il Lambrusco...). Partono con You Think I Ain't Worth A Dollar, But I Feel Like A Millionaire, la canzone che apre Songs for the Deaf il loro album più famoso. Si prosegue con Feel Good Hit Of The Summer. Ma quando parte Sick, Sick, Sick (del loro ultimo lavoro Era Vulgaris) il tifo e il pogo esplodono in tutta la loro violenza. Da quel momento lo scuotimento dei corpi, delle teste, delle anche, benchè gestibile, non finirà più. Molti decidono di farsi da parte in zone più tranquille. Faccio a volte fatica a stare in piedi, ma l'euforia è contagiosa e quindi mi getto nella mischia. Non ricordo l'ordine preciso, ma tra le altre ci sono state Misfit Love, Burn The Witch, Little Sister, Go With The Flow, Hangin'Tree, Song For The Deaf, If Only, You Would Know, Monsters In The Parasol e, quando finisce Song For The Dead, Josh Homme inizia a barcollare e a sbattere contro la batteria di uno scatenato Joey Castillo.Poi saluta e tutti se ne vanno.
Tutti pensiamo che sia la fine del primo tempo, ma quando vediamo i ragazzi dello staff che smontano la batteria, capiamo che c'è qualcosa che non va. Sono le 23:00. Dopo dieci minuti dobbiamo accettare la dura realtà: dopo neanche 70 minuti di show, il concerto è già finito. Benchè lo spettacolo ci sia stato e molto, la delusione è asfissiante nell'aria. Qualcuno propone di sfasciare il palco o di fregare gli strumenti (va beh, quest'ultima l'ho proposta io...) e tanti rivendicano i soldi spesi. Perfino i ragazzi dell'Estragon sono molto risentiti, dato che il gruppo aveva detto che avrebbe suonato fino alle 23:30. Comunque, questo spiacevole finale, non impedisce alle bancarelle di vendere le magliette col nome del gruppo. Un vero peccato che sia finita così, perchè comunque il concerto è stato potente e coinvolgente. Josh & co. potevate finire molto meglio... magari con No one Knows.

Nessun commento: